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Il matematico tedesco Hermann Weyl, allievo di David Hilbert e affascinato dalle sue lezioni sul concetto di numero, non esitò a paragonare il maestro al celebre pifferaio magico della fiaba: con l'irresistibile richiamo del dolce flauto, lo attirava nel profondo fiume della matematica. Un aneddoto che esprime il fascino «estetico» di una disciplina di cui l'autore ripercorre con rigore, chiarezza e competenza la storia più che secolare, dal nuovo calcolo infinitesimale di Leibniz e Newton fino all'età del computer. Come scriveva lo stesso Hilbert, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, «nella storia di ogni teoria matematica si possono distinguere chiaramente tre fasi: quella formativa, quella formale e infine quella critica»; e proprio questa definizione suggerisce a Umberto Bottazzini la chiave interpretativa storica che dà anche il titolo a questo volume: perché, se la matematica attraversa fasi distinte, questo significa appunto che, in tempi diversi, si guarda ad essa con occhi diversi e inoltre che sono mutati il quadro teorico e la prospettiva in cui si colloca ogni teoria. L'autore, ha scritto Ludovico Geymonat, «ha saputo esporre in forma storica precisa non solo le grandi linee dell'articolato sviluppo della matematica dal Seicento a oggi, ma il contenuto tuttora valido dei teoremi via via presi in esame, il metodo con cui vennero dimostrati, e soprattutto il loro significato più profondo e l'influenza esercitata sulle successive ricerche».